Anna Parisi Presicce

Caro Francesco, sono passati tanti giorni, più di un mese, quando faccio dei giri intorno a casa mia continuo a vedere se per caso la tua luce è accesa, come ho fatto tante volte, e sempre mi assale il rimpianto di te. È difficile consolare zia e le tue sorelle, i tuoi figli, Valeria, chi ti ha voluto bene e a cui manchi tanto, perché manchi tanto anche a me, anche se ci vedevamo poco, pur abitando a due passi di distanza, sempre convinta che poi ci saremmo rivisti con più calma per riprendere quella chiacchierata iniziata casualmente per strada e proseguita per mezz’ore intere sugli argomenti più disparati ma sempre con la comune passione civica o la curiosità su tante cose o l’affettuoso spettegolamento sulla nostra mega famigliona… Ciao cugino quasi fratello, grazie del tuo sorriso

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