Paolo Parisi Presicce

Quando ero piccolo, prima che Francesco andasse negli USA, se venivamo a Roma per Natale, c'erano i miei amati doppi cugini – suo padre e mio padre erano fratelli, ma anche mia madre era sorella di sua madre, insomma: due fratelli sposarono due sorelle – e io dormivo a casa loro ospite su una brandina in salotto, e quindi si andava in giro, e lui aveva un amico che aveva un nome magico da pellerossa, tipo Yaki, con una Fiat 850... e quando ero sul sedile di dietro e sentivo i loro discorsi, non mi sentivo più un bambino, forse una delle prime volte, in una grande città, dentro il carnevale delle cose da vedere, con una guida che sapeva dove si comprano le chitarre, dove si mangiano i migliori gelati, dove si va quando si va... ecco, volevo dirlo. Addio, cuginone.

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