Paolo Bottoni

Sentii parlare di "Parisi Presicce, un collega che lavora su trasformazioni di grafi, che fa cose che ci potrebbero interessare" da Mussio nel 1993, ancora prima che io venissi a Roma. Da allora, cominciò un viaggio di avvicinamento che portò "le cose che ci potrebbero interessare" a essere le cose che mi interessavano di più. Francesco fu la persona che mi accompagnò e mi istruì in questo viaggio, facendomi partecipare alla scuola a Paderborn nel 1997, includendomi nei progetti Europei, facendomi conoscere tanti colleghi, italiani e internazionali con cui si sono stabiliti negli anni solidi contatti. Quello che ogni volta mi sorprendeva (anche se non avrebbe più dovuto sorprendermi) quando lavoravo con lui era la sua capacità di cogliere il modo in cui un problema si poteva risolvere con una costruzione algebrica, o con una riformulazione da un punto di vista diverso. 25 anni e 24 articoli dopo, mi mancherà non potermi confrontare con lui. Francesco era una persona molto riservata, ma come hanno detto altri, era anche una persona di grande umanità. Non potevi entrare nella sua stanza e non sentire il calore e l'attenzione con cui si informava di te e l'orgoglio con cui ti parlava dei suoi figli. Mi mancherà anche questo.

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