Settimo Termini (Università di Palermo)
"Ho incontrato poche volte Corrado Bohm, di questi incontri vorrei ricordare il primo e l’ultimo. Due istantanee. Capri, estate 1975. Seduti a un tavolo di uno dei bar della piazzetta. E’ sera, il momento in cui, dopo la partenza dei turisti di un giorno, l’isola riacquistava la sua dimensione primigenia. Al tavolo due giganti dell’informatica, assieme a Corrado c’è Marco Schutzenberger, brillante, istrionico, spumeggiante; da un punto di vista spettacolare la partita sembra avere già un vincitore, ma non è così. Con stile ironico, sommesso, (forse strumentalmente) timido, Corrado tiene la scena alla pari. Una tenzone intellettuale da ricordare per sempre. Una delle perle del convegno “New Concepts and Technologies in Parallel Information Processing” organizzato da Eduardo Caianiello. Roma, CNR, Aula congressi. 25 marzo 2003. All’attacco sferrato da Letizia Brichetto Moratti alla scienza e alla ricerca (che poi in tanti avrebbero seguito), la comunità scientifica aveva risposto con il Convegno “Un passato da salvare: la ricerca di base in Italia nel ‘900”. Avevo faticato un po’ a convincerlo a parlare dell’informatica in quella sede. Dopo poco ho realizzato che le sue resistenze erano finte. Era stato subito contento di partecipare e disponibile a “darsi”, ma voleva che parlassi anch’io. Infine, vorrei ricordare il suo piccolo scritto divulgativo “Metafore matematiche in Informatica” che nel 1998 è apparso su “Lettera Matematica Pristem”; così “piccolo” che nel volume “Storie e protagonisti della matematica italiana”, commemorativo dei 20 anni della rivista, abbiamo deciso che fosse l’articolo giusto per ricordare le attività di quell’anno.
Sempre presente e sempre disponibile in momenti cruciali e sempre in modo discreto e tenace nello stesso tempo. Dovremmo ricordare, oltre i suoi risultati scientifici, anche queste sue ""piccole"" virtù nel tentare di (ri)costruire un futuro per la ricerca italiana a partire da quel “passato da salvare” del convegno del 2003 e che, continuando la sua opera, i successori della Brichetto Moratti hanno ridotto in macerie."